A fine anno è buona prassi stilare un bilancio del percorso fatto, volgendo contemporaneamente uno sguardo verso ciò che attende il settore. Maurizio Pontremoli, CEO di Maps Group, parla dell’evoluzione che ha caratterizzato la sanità digitale nel 2020 e delle prospettive per il futuro.
“È opinione condivisa che la pandemia abbia contribuito ad accelerare i processi di trasformazione digitale di vari settori industriali del Paese – sostiene Pontremoli -. Anche la sanità non è da meno, basti pensare alle possibili evoluzioni dei percorsi assistenziali che stanno evolvendo grazie al digitale: consulti online, alla telemedicina, al monitoraggio remoto; ma anche più semplicemente alcuni servizi amministrativi come la prenotazione, i pagamenti e il ritiro dei referti”. Sfruttando queste nuove possibilità sarà possibile migliorare i livelli dei servizi erogati, ottimizzare i processi e ridurre i costi.
La stessa sanità digitale, utilizzata per migliorare l’efficienza e l’efficacia dei servizi erogati, genera tuttavia una grande mole di dati relativi a diagnosi, cure, percorsi terapeutici e processi amministrativi. “L’analisi e la conseguente valorizzazione di tali dati rappresenta oggi una delle più grandi sfide (e speranze) del settore – continua il CEO di Maps Group-Artexe -. L’analisi dei bisogni sanitari e le previsioni della loro evoluzione, la definizione dell’offerta sanitaria e la relativa programmazione costituiscono degli esempi concreti su come l’analisi dei dati sanitari possa contribuire a creare dei nuovi modelli di gestione delle Strutture Sanitarie basati su approcci data driven”.
Quali saranno invece i trend che caratterizzeranno il settore nel prossimo futuro? “Dal nostro punto di osservazione – conclude – vediamo una spinta a migliorare la relazione con i pazienti da parte delle Strutture Sanitarie, agevolandoli nell’accesso ai servizi sanitari; un’ulteriore accelerazione all’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale in ambito diagnostico e di conseguenza uno sviluppo ulteriore della medicina personalizzata; l’analisi dei big data per attuare nuovi modelli di governance sanitaria di tipo data driven; infine l’ingresso di nuovi attori nel settore sanitario, che in passato hanno avuto ruoli meno centrali, come ad esempio le compagnie assicurative, che si inseriranno con nuovi servizi alla persona che mirano innanzitutto alla prevenzione”.
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