Focus sugli sportelli self-service firmati Artexe su ZeroUno, testata online del network Digital 360
“Maggiore efficienza per le strutture sanitarie e risparmio sui costi, ma soprattutto miglioramento nella qualità dei servizi erogati a favore del cittadino”. Così la testata online ZeroUno del network Digital 360, specializzato in nuove tecnologie, introduce un interessante approfondimento dedicato agli sportelli self-service Artexe nella filiera dell’healthcare. Tra i numerosi vantaggi dei totem digitali, oltre a garantire il distanziamento sociale – già prima dell’avvento del Covid-19 – per effettuare prenotazioni e pagamenti, figura la possibilità di evitare code anche per il ritiro di analisi ed esami (basta la carta sanitaria elettronica).
I totem, si legge su ZeroUno, “si inseriscono in un più ampio processo di digitalizzazione dei servizi sanitari che, secondo il 62% dei CIO delle aziende sanitarie intervistati nell’ultimo Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità, dovrebbe avere l’obiettivo primario di ridurre i tempi di attesa degli utenti”.
I totem, si legge su ZeroUno, “si inseriscono in un più ampio processo di digitalizzazione dei servizi sanitari che, secondo il 62% dei CIO delle aziende sanitarie intervistati nell’ultimo Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità, dovrebbe avere l’obiettivo primario di ridurre i tempi di attesa degli utenti”.
Fabrizio Biotti, Sales & Marketing Director di Artexe, precisa la funzione di questi servizi innovativi: “Più che di totem o kiosk preferiamo parlare di sportelli self-service, perché ci concentriamo sul processo che consente al cittadino-paziente di ottenere svariati servizi in modalità self-service, appunto”. I dati dell’Osservatorio, citati nell’articolo, indicano che prenotazione e pagamento online delle prestazioni sono contemplati, tramite siti e app, rispettivamente nell’88% e nel 76% delle strutture analizzate. “In teoria – scrive ZeroUno – dovrebbero essere collegati al Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), ma dei mille cittadini sentiti nell’indagine condotta dal Politecnico di Milano in collaborazione con Doxapharma solo il 21% ne era a conoscenza”.
Parola d’ordine: integrazione. Biotti spiega che “alla base di un progetto di questo genere c’è l’integrazione. Spesso il fallimento deriva dal collocare dei ‘pezzi di ferro’ senza inserirli in un percorso, fisico e concettuale, di accoglienza per il cittadino. Non a caso i nostri sportelli self-service sono una sorta di add-on della nostra soluzione di gestione dell’accoglienza totale. Prima di trovare il loro corretto posizionamento, facciamo un’analisi dei processi, del patient journey, dei percorsi in maniera tale da portare alla struttura la maggiore efficienza possibile”.
Parola d’ordine: integrazione. Biotti spiega che “alla base di un progetto di questo genere c’è l’integrazione. Spesso il fallimento deriva dal collocare dei ‘pezzi di ferro’ senza inserirli in un percorso, fisico e concettuale, di accoglienza per il cittadino. Non a caso i nostri sportelli self-service sono una sorta di add-on della nostra soluzione di gestione dell’accoglienza totale. Prima di trovare il loro corretto posizionamento, facciamo un’analisi dei processi, del patient journey, dei percorsi in maniera tale da portare alla struttura la maggiore efficienza possibile”.
I benefici dei totem digitali hanno in effetti importanti ripercussioni anche sull’efficienza delle strutture sanitarie: “Artexe ha elaborato dei modelli di ROI (Return on Investment) per calibrare esattamente il numero dei chioschi e la tipologia di servizio che devono erogare”, continua l’articolo. Positive anche le conseguenze sul fronte della valorizzazione del capitale umano e del rispetto dell’ambiente, perché nel primo caso si possono destinare alle risorse degli sportelli compiti più gratificanti, mentre il secondo aspetto lega la digitalizzazione al risparmio di carta.
Per dimostrare l’efficacia del processo, e l’importanza della digitalizzazione in ambito Patient Journey, è citato il caso dell’Azienda ospedaliera di Desio e Vimercate che, affidandosi ad Artexe, ad oggi “distribuisce in media 500 referti ogni giorno ed è arrivata a gestire circa 15mila pagamenti in un anno. In totale, sono state risparmiate al cittadino ottomila ore di stazionamento negli uffici del CUP che, nelle fasce di affollamento, corrispondono a 90 minuti per pratica”.